Una piccola storia ignobile
Lettera aperta di Francesco Giordano per i fatti del 25 aprile 2018: “Una piccola storia ignobile”
A Milano, io ed altri quattro compagni, siamo stati denunciati per fatti ridicoli e risibili, ma con l’infamante accusa “per finalità di odio etnico e razziale”.
Da circa un anno sono circolati diversi documenti prodotti dai 5 compagni, oggi propongo una mia personale riflessione avendo vissuto tutto il percorso del presidio in Piazza San Babila per contestare la presenza delle bandiere sioniste.
Il tentativo di criminalizzare quanti hanno partecipato durante i 15 anni passati è chiaramente politico ed al servizio di quelli che sostengono apertamente il genocidio dei palestinesi.
Buona lettura,
Francesco Giordano
Milan l’è on gran Milan
Milano ha una lunga tradizione di vero antifascismo, non quello attuale, di giustizia, di antirazzismo e conseguentemente di antisionismo.
La lotta partigiana di liberazione dal fascismo e dal nazismo a Milano ha scritto pagine eroiche in tutti i quartieri, in particolare in quelli proletari come Barona, Giambellino, Stadera ecc….ecc…
Questa memoria ha vissuto in maniera forte almeno fino agli anni ’80, poi sicuramente vi è stata una deriva che ha portato una ventata di destra, e ricordo alcuni episodi: il sindaco che va ad omaggiare i fascisti, la deposizione del terrorista nero Servello al Famedio, che è stata una vera prevaricazione che ha violentato la memoria degli antifascisti e dell’antifascismo, gesto voluto da una amministrazione di ‘sinistra’ che ha votato all’unanimità questa viltà storica, inoltre il sostegno che le varie amministrazioni han dato a chi opprime, uccide i palestinesi. Sono numerose ed innumerevoli le dichiarazioni in tal senso, ricordiamo quando l’amministrazione di ‘sinistra’ interruppe un consiglio comunale per portare solidarietà ai sionisti. Mai compiuto un gesto del genere per i palestinesi o i lavoratori sfruttati ed assassinati sui luoghi di lavoro.
Questa è stata Milano, ma questa memoria vive ancora in una larga fascia di giovani proletari, di lavoratori, di studenti.
Essendo una città che ha ambito ad una forte crescita, conseguentemente è stata una città bramata da speculatori edilizi, ma anche in particolare da fascisti e sionisti, che spesso le due cose coincidono.
Ambedue, fascisti e sionisti, grazie alla complicità di amministrazioni di destra quanto quelle di ‘sinistra’, persino di qualche dirigente dell’Anpi, negli anni sono riusciti ad occupare spazi impensabili negli anni ’60, ’70 ed ’80.
Come ben si sa che gli appetiti voraci del sionismo sono enormi e quindi nel 2004…
Una Piccola Storia Ignobile Meneghina
Era l’Aprile del 2004 e molti di noi andavano a ricordare il 25 aprile di 10 anni prima, del 1994. E come pioveva quel giorno…pioveva davvero che dio la mandava, ma eravamo in tanti, tutti antifascisti. Persino un drappello della Lega volle manifestare perché “anche noi siamo antifascisti” disse Bossi (non furono accolti calorosamente, a dire il vero).
Quella sera smise di piovere, spuntò qualche arcobaleno, ma noi eravamo felicemente inzuppati. Questo si ricordava qualche giorno prima del 25 aprile 2004. Non mi pare abbia piovuto quell’anno, ma certo successe qualcosa di ancora più tremendo ed orrendo.
La storia
Nel 2004 l’associazione “Amici di Israele” pubblica un comunicato sul proprio sito in cui dichiara: “decidiamo di sfilare sotto le insegne della Brigata ebraica perché stanchi di partecipare circondati da bandiere palestinesi…e per non farci annoverare tra la massa dei manifestanti antiamericani o antiisraeliani”.
La stessa associazione dichiara che la decisione di sfilare con la Brigata ebraica è solo un passaggio di un percorso che deve portare a “lo sdoganamento del sionismo” (testuale). Si legge: “Crediamo, infatti, importante spiegare agli italiani che il sionismo è un ideale alto, nobile e giusto”.
Per non tralasciare nulla al caso o alle stravaganti interpretazioni ricordiamo le parole del presidente dell’associazione Amici Di Israele Eyal Mizrahi: «Cari Amici Di Israele e simpatizzanti, anche quest’anno l’associazione Amici Di Israele sfilerà al corteo del 25 Aprile a Milano sotto lo striscione della Brigata Ebraica. Il punto di raccolta sarà in Corso Venezia angolo Via Boschetto alle ore 14.00. La partenza del corteo avverrà alle ore 14.30 ma ci riuniremo un po’ prima per poterci organizzare meglio. Vi invitiamo a portare le bandiere israeliane che avete […]».
Ancora una volta e come spesso succede a far chiarezza sono gli stessi sionisti, che rivendicano pubblicamente i loro crimini.
D’altronde non si può non riconoscere la stessa pratica mistificatoria dei fatti propria dello Stato d’Israele: gli aggressori diventano le vittime e gli aggrediti diventano i carnefici.
Questa la verità, che nessun sionista, in borghese oppure in divisa, in borgese oppure con la toga, potrà mai smentire.
Con queste premesse arriviamo ai successivi 25 aprile, dal 2005 in poi, fino ai giorni nostri.
Andiamo verso la conclusione riportando quanto abbiamo sempre dichiarato, pubblicamente, con la nostra voce e le nostre facce: “noi pensiamo che non si possa permettere la presenza di bandiere dello Stato che occupa la Palestina da decenni, che nei confronti dei palestinesi commette quotidianamente crimini contro l’umanità. Crediamo che la Milano Medaglia d’Oro alla Resistenza non meriti tale affronto, questa Milano viene già troppe volte umiliata ogni volta che si permette ai fascisti di girare per le vie del centro con i loro simboli nazisti, ragion per cui dopo il 25 saremo nuovamente in piazza il 29 aprile contro la parata nazifascista indetta a Milano”.
E proseguivamo: “Crediamo che dovrebbe essere l’ANPI in primis a tutelare lo spirito della manifestazione, schierandosi contro la presenza di quelle bandiere che oltraggiano il corteo, accogliendo invece le istanze dei popoli che ancora oggi sono costretti a resistere e a combattere per la propria libertà negata da interessi colonialisti ed imperialisti”.
Infine spunta dalle nebbie la fantomatica Brigata ebraica. Ovvero una banda di sionisti che si recava in Palestina a edificare i famosi kibbutz, ovvero fattorie costruite su terra palestinese, bagnata dal sangue, dal dolore che gli stessi sionisti avevano provocato.
Quindi ancora una bugia, perché la brigata ebraica andò in linea solo nel marzo del ’45 arrivando dopo inglesi, americani, indiani, australiani, brasiliani, marocchini etc… E anche alle manifestazioni del 25 aprile si è fatta vedere solo a partire dal 2004, l’anno in cui l’esercito israeliano di occupazione uccideva 820 palestinesi. Ci voleva proprio il massacro dell’anno scorso a Gaza per capire in una manifestazione che celebra idealmente la lotta di liberazione contro l’occupazione straniera, quella bandiera è fuori posto?
Chi minaccia chi?
Il Presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici con tono più adatto ad un bullo di periferia (Corriere della Sera 28 aprile 2014): «Il prossimo anno saremo tutti a Milano e vediamo se avranno il coraggio di continuare a insultarci. Basta».
Chi minaccia chi? Ovvio che le sue e loro minacce non ci hanno spaventato o impedito di essere tutti gli anni presenti a contestarli.
Andiamo verso la conclusione
Un magistrato sfila nel corteo dei sionisti e con una malandata telecamera filma cosa succede, o cosa pare succedere. La giustizia borghese e sionista nemmeno ci prova a filmare dai lati del corteo per registrare le provocazioni nei nostri confronti. No, gli ordini sono precisi: “Crediamo, infatti, importante spiegare agli italiani che il sionismo è un ideale alto, nobile e giusto”.
Ecco, noi a partire dal 2005 non ci siamo stati e non ci staremo.
Cosa succede veramente il 25 aprile a Milano (come in altre città)
Il 25 aprile in piazza San Babila, come in altre città, si scontrano due progetti politici: il primo che rivendica la cancellazione del popolo palestinese, progetto ideato a partire dalla fine dell’800 ed iniziato negli anni 30 del 900 (il culmine si è avuto nel 1948 con quello che è stata chiamata la Nakba, ovvero la “Catastrofe” per i palestinesi).
L’altro progetto, quello che noi sosteniamo, è quello della resistenza palestinese che si oppone a tutto questo.
“Crediamo, infatti, importante spiegare agli italiani che il sionismo è un ideale alto, nobile e giusto”. Esattamente quello cui ci siamo opposti, ci opponiamo e ci opporremo fino a quando la Palestina non sarà libera.
Francesco Giordano
Post Scriptum: non che mi importi molto, ma la Corte Europea dei Diritti Umani (CEDU), le cui sentenze sono vincolanti per tutto il continente europeo, ha legittimato la campagna Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni (BDS), definita “interesse generale” l’azione di questi attivisti, e ha ritenuto gravissimo il fatto di aver negato alle persone il diritto di esprimere pacificamente le proprie opinioni politiche.